Daniel Stern (2005) afferma che “la nostra vita mentale è frutto di una co-creazione, di un dialogo continuo con le menti degli altri”. Le intenzioni, i sentimenti e i pensieri di ogni persona interagiscono con quelli delle altre, creando degli spazi di intersoggettività da cui evolve la mente dell’individuo.
Uno dei punti chiave della sua prospettiva è che il saper riconoscere e decifrare l’intenzionalità sia una capacità fondamentale per l’adattamento e la sopravvivenza.
L’autore mette in risalto il fatto che ogni individuo sia costantemente alla ricerca di relazioni, più o meno profonde, con altre persone ed evidenzia come il nostro sistema nervoso appaia costruito per “agganciarsi” a quello degli altri esseri umani e per coglierne le intenzioni.
LA SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA
Stern spiega la capacità della diade madre-bambino di leggere reciprocamente i propri stati affettivi, attraverso il concetto di sintonizzazione affettiva. A differenza dell’imitazione comunemente intesa che riguarda i comportamenti manifesti, la sintonizzazione affettiva si riferisce a quella relativa agli stati interni, ovvero agli affetti. Essa richiede una coordinazione del “ritmo emotivo” di entrambi i membri della diade.
La regolazione affettiva è legata alla capacità della madre di sintonizzarsi sui reali stati interni del bambino e “rispecchiarli” riconoscendoli come separati dai propri. Una madre sufficientemente sintonizzata riesce ad evitare di iper-eccitare o ipo-stimolare il bambino, relazionandosi a lui in modo coerente ai suoi bisogni. Il bambino in questo modo potrà iniziare a fare esperienza di Sé.
Anche all’interno di una relazione positiva, possono accadere momenti problematici.
A questo proposito, Stern sottolinea che è importante anche l’avvenimento di alcuni “fallimenti relazionali”. Quando una relazione si interrompe (per esempio la madre ha un improvviso scatto di ira), si ha una “rottura della relazione”; se la madre prontamente interviene “riparando” lo scambio, il bambino potrà apprendere che una relazione può andare incontro a momenti difficili, ma anche che essi possono essere superati grazie alle “riparazioni”; in questo senso il bambino imparerà la fiducia nel rapporto che si crea all’interno del “campo intersoggettivo”.
L’intersoggettività di base, biologicamente determinata, evolve nel corso dello sviluppo del bambino con l’acquisizione di nuove capacità e attraverso le interazioni con gli altri.