Il termine resilienza deriva dal latino resilio, che vuol dire “rimbalzare”. In ambito psicologico indica la capacità dell’individuo di trasformare un’esperienza dolorosa in apprendimento, acquisendo competenze utili al miglioramento della qualità di vita, dell’organizzazione del proprio percorso personale, della relazione con il contesto di riferimento.
Rutter (1985) definisce la resilienza come la capacità di riadattarsi a fronte di una difficoltà che altrimenti porterebbe ad effetti negativi, come ad esempio gli eventi di vita non normativi, improvvisi e imprevedibili. Quindi riguarda non solo la resistenza, ma anche il superamento del problema. I fattori che possono determinare la forza della resilienza sono:
Da numerosi studi emerge che le persone resilienti hanno una valutazione positiva di sé, sono capaci di pianificare le scelte importanti e progettare il futuro. Tale resilienza non è però una caratteristica immutabile nel tempo, o che rende “immuni” alle difficoltà. Infatti, situazioni problematiche persistenti possono comunque portare a disagi psicofisici anche i soggetti più resilienti.
La resilienza è inoltre una capacità a cui si può essere educati, che può essere coltivata e sviluppata.
Alcune strategie utili a questo fine sono: