Il tempo che viviamo, ai tempi del coronavirus, e come sarà “il dopo”

DI COSA E’ FATTO IL NOSTRO TEMPO, AI TEMPI DEL CORONAVIRUS?

Stiamo vivendo il tempo dell’attesa.

Abituati fino a poco tempo fa ad avere tutto e subito, a dover fare tutto subito, adesso dobbiamo aspettare. Anche se fuori è primavera, anche se c’è il sole e l’aria inizia ad essere più calda. Anche se abbiamo progetti in sospeso e lavori da terminare, dobbiamo attendere accettando e sopportando di non sapere quando potremo fissare nel calendario nuove scadenze.

Stiamo vivendo il tempo dell’interiorità.

interiorità-tempoOra che non possiamo andare fuori, restiamo dentro, dentro di noi. Recuperare un contatto autentico con se stessi può portare a valorizzare la proprie risorse, ad acquisire nuove consapevolezze, ma anche fare i conti con le proprie fragilità e ed i vissuti “non risolti”. In entrambi i casi, guardarsi dentro, è un’opportunità per comprendere ciò di cui abbiamo realmente bisogno per stare bene con noi stessi.

Stiamo vivendo il tempo del necessario.

shoppingAbituati a comprare e consumare, ritroviamo l’importanza del risparmio e ci chiediamo cosa realmente ci occorra. E’ capitato sicuramente a tutti di acquistare oggetti solo spinti dal desiderio di possederli e non per la loro effettiva utilità. Questo periodo trascorso tra le mura domestiche permette di rendersi conto di quanti “prodotti” inutili ci circondiamo e di cosa sia davvero essenziale, spingendoci a dare un nuovo valore al denaro e un nuovo senso al nostro stile di consumo.

Stiamo vivendo il tempo della riflessione.

isolamentoAbituati ad uscire in compagnia, magari per non restare soli, ci interroghiamo sul senso profondo delle relazioni che abbiamo costruito con gli altri, mentre aspettiamo di rivederli. Mentre prima i Social Network venivano da molti preferiti alle relazioni “di persona”, adesso sono vissuti dalla maggior parte delle persone come una gabbia, perché ci mancano gli sguardi e la pelle dell’altro.

Stiamo vivendo il tempo dei valori.

Abituati a riconoscere, in influencer improvvisate e calciatori, modelli di successo, capiamo che sono altri gli “eroi” della nostra vita, e aspettiamo che il loro sapere ed il loro coraggio ci salvino. Stiamo rivalutando l’importanza che studio, cultura e formazione hanno per il bene dell’intera esistenza umana. Quando il successo è dato dal poter sopravvivere, contano poco moda, diete estreme e milioni di followers.

Stiamo vivendo il tempo della mancanza.

mancanza-perditaAbituati a dare per scontate anche le persone più care, ci scontriamo col rischio di perderle, per sempre, come è purtroppo successo a milioni di persone nel mondo.

Stiamo vivendo il tempo dell’adattamento.

tempo-coronavirus-adattamentoAbituati all’abitudine (permettetemi questo gioco di parole) e resistenti al cambiamento, ci siamo dovuti adattare. Per qualcuno è stato o continua ad essere difficile e faticoso, per altri è stata l’occasione per dare vita al pensiero creativo e reinventare le proprie giornate perché non siano necessariamente vuote e noiose. E’ importante sapere che questo tipo di pensiero può essere sviluppato da chiunque ed è in generale una risorsa preziosa dell’individuo.

Stiamo vivendo il tempo del “cosa succederà dopo”?

dopo-coronavirusA questa domanda, sento di poter rispondere soltanto con altre domande. Quando tutto prima o poi, piano piano, tornerà ad una nuova “normalità” saremo in grado di conservare ciò che di buono ha preso spazio nello spirito umano durante questa tragica situazione? Sapremo colmare il vuoto lasciato dalle persone colpite dal Coronavirus con valori e priorità che contino davvero per l’esistenza di chi ha avuto la fortuna di continuare a vivere? Sapremo utilizzare il tempo del “dopo” con gratitudine e saggezza, anche solo per il fatto che STAREMO VIVENDO?

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