La Teoria dell’Attaccamento – Parte 1 – “Lo sviluppo del legame di attaccamento”

La teoria dell’attaccamento è stata elaborata da John Bowlby, prendendo ampiamente spunto dai contributi derivati dalle osservazioni e dalle concettualizzazioni appartenenti al campo dell’etologia e della biologia evoluzionista.

LO SVILUPPO DEL LEGAME DI ATTACCAMENTO

Bowlby definisce l’affetto tra madre e bambino come la conseguenza di una motivazione intrinseca primaria, originata dal bisogno di contatto e supporto. L’autore postula l’ipotesi che la creazione di legami emotivamente significativi sia un comportamento istintivo, biologicamente predeterminato, che svolge una funzione primaria per la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente circostante.

L’approccio adottato da Bowlby ha sottolineato in larga misura come l’essere umano nasca dotato di sistemi comportamentali finalizzati al mantenimento della vicinanza dell’altro, in particolar modo quella della madre. Secondo l’autore questo comportamento sarebbe finalizzato al ricevere protezione dai pericoli ambientali ed assicurarsi quindi la sopravvivenza.

bambino che piangeBowlby descrive due tipi di comportamento presenti sin dalla nascita: quelli di segnalazione, di cui fanno parte il pianto, il sorriso e la lallazione, e quelli di avvicinamento che comprendono la ricerca della prossimità, l’aggrapparsi e la suzione non alimentare.

PRIMI MESI DI VITA

L’autore ipotizza che nei primi mesi di vita, tutti questi comportamenti siano degli “schemi fissi d’azione” in quanto variano a seconda dello stato interno dell’organismo e dipendono in larga misura da un programma prestabilito del sistema nervoso centrale.

Il loro ruolo costituisce una parte fondamentale nelle prime fasi dell’interazione sociale e, in particolar modo, nell’attivazione del comportamento di accudimento parentale. Questi schemi comportamentali innati infatti stimolano risposte emotive e comportamenti di cura nel caregiver che si modulano in base ai segnali emessi dal neonato e costituiscono il punto di partenza delle loro interazioni.

9 MESI

Bowlby afferma che verso i nove mesi, il bambino sviluppa una maggiore capacità di discriminare una persona dall’altra e di pianificare il proprio comportamento per raggiungere un obiettivo. In questo periodo di vita gli “schemi fissi d’azione” si trasformano in “comportamenti corretti secondo lo scopo”. Divengono cioè dipendenti dal feedback che l’ambiente circostante rimanda. Il loro obiettivo è quello di mantenere la prossimità con la figura di attaccamento ed evitare di separarsi da essa.

Ad esempio il bambino modula la sua posizione a seconda degli spostamenti della madre. La cerca con lo sguardo e utilizza il sistema di segnalazione per richiamarne l’attenzione. Mostra inoltre reazioni di paura di fronte alla presenza di un estraneo e protesta in caso di separazione dalla madre.

12 MESI IN POI

Quando il bambino impara a muoversi autonomamente nello spazio, utilizza la madre come base sicura dalla quale partire nell’esplorazione dell’ambiente e a cui tornare in caso di pericolo. Inizialmente la distanza fisica tra madre e figlio è regolata totalmente dalla madre, ma con l’avanzare dello sviluppo del bambino, sarà negoziata da entrambi. Madre e bambino si “regoleranno” in questo modo fino al raggiungimento di un maggior grado di autonomia del piccolo e fino a quando non avrà interiorizzato la funzione di base sicura.

Il comportamento di attaccamento e quello di accudimento si influenzano e regolano a vicenda. Al termine del primo anno di vita del bambino, si viene a costituire un legame unico per ogni coppia madre-figlio in cui sono osservabili patterns stabili di comportamenti reciproci.

Dott.ssa Costanza Cinolibro-relazioni-sociali-bambini
Caratteristiche e complessità delle relazioni tra pari in età prescolare”
2014

BIBLIOGRAFIA:

Appel G., David M. (1965), A Study of Mother-Child Interaction at Thitrteen Month, in Foss.
Bowlby J. (1972), Attaccamento e perdita vol.1: l’attaccamento alla madre , Bollati Boringhieri.
Bowlby J. (1989), Una base sicura, Raffaello Cortina Editore, Milano.

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